Mosaico 2018

Installazioni

Mosaico 2018 è un’installazione a trittico composta da tessere di carta fatta a mano ottenute dal giornale La Gazzetta, alternate a fotografie scattate alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro in Brasile e incisioni calcografiche.
Ho scelto questa tipologia di giornale perché esso riporta solo notizie sportive, lo stesso che nel 2016 raccontava con entusiasmo delle Paralimpidi a Rio de Janeiro. Inoltre il colore rosa rimanda all’idea di corpo, di pelle, di superficie.
L’installazione si compone di tessere di carta rosa della stessa grandezza delle incisioni e immagini fotografiche che creano una superficie compatta, come fosse un muro di carne, un’ epidermide. Ogni tanto, questa superficie è bucata da incisioni calcografiche o immagini fotografiche dello stesso formato della carta rosa che spezzano e creano un ritmo con la continuità della superficie. Ho scelto di creare un’opera con la tecnica del mosaico in quanto questa tecnica installativa permette attraverso l’accostamento, e la vicinanza che gli elementi giustapposti si contaminino e dialoghino tra loro.
/mo-sài-co/ dal latino Musaicum (opus) e cioè “(lavoro) dedicato alle Muse”, sec. XIV
Il mosaico è un’arte decorativa che consiste nell’unire, seguendo uno schema preciso, diversi tasselli. Esso è dunque la costruzione di una immagine che si compone di più parti e si presenta come un’immagine frammentata.Questa tecnica frammentaria si presta per la rappresentazione di un corpo frammentato, incompleto, mancante quali sono i corpi degli atleti paralimpici. I fogli di carta fatti a mano sono stati spezzati a loro a volta, così come le piccole incisioni, e fotografie che si alternano ai fogli rosa, facenti parte in origine di un’unica grande incisione. Questa volontà di ricavare frammenti da una unità originaria mi porta a indagare l’idea di un corpo che nonostante tutto, nonostante sia mancante, esiste e si manifesta nella sua bellezza. Ill mosaico non è solo riconducibile all’idea di frammento in quanto è l’insieme di tanti tasselli o frammenti che vanno a costruire una unità, è ciò che lega, ciò che permette attraverso l’accostamento di tessere, tasselli o pezzi di carta di ricercare e ritrovare una nuova unità, un legame tra le sue molteplici parti di cui esso è costituito.

Bisogna capire la differenza tra l’integralità e un frammento. Naturalmente il frammento non è una finalità, né può essere estetica. Di fronte alla concretezza della totalità rimane un dramma, un grandissimo dramma, perché si possiede solo una parte e non la totalità. La finalità ultima di ogni cosa è quella di ritrovare la concretezza dell’insieme. […] Non puoi avere solo una parte, il frammento, deve avere anche la totalità. […] Tuttavia il potere per ricomporre il frammento non c’era e non c’è. Si rimane al frammentario. Questo stato è drammatico, o meglio è vissuto con drammaticità, perché non si vuole né abbandonarlo né tradirlo2.Il frammento ha questo potere intrinseco di rimandare a un’idea di totalità, in questo sta la sua ambizione, di essere stato un tempo la parte di un Tutto e di voler ancora ricercare la sua originaria totalità. Ma nonostante ciò non è possibile riacquistare la sua originaria unità utopica. Con esso si ritorna nuovamente al frammento, in questo sta la sua impossibilità e quindi drammaticità e cioè che l’impossibilità che si avveri la sua speranza di ricongiungersi ad altri frammenti. Nonostante rimanga un frammento, una par- te di qualcosa «non si vuole né abbandonarlo né tradirlo.» e in questo sta la sua potenza.

J. Kounellis, Un uomo antico, un artista moderno, in Odissea Lagunare, p. 92

 

tecnica: fotografia, carta fatta a mano, incisioni calcografiche, scritte e segni grafici battuti a macchina.
misure: 74 x 58 cm, 74 x 58 cm, 74 x 58 cm.
anno: 2018